Le 4 C del diamante

Le caratteristiche importanti ai fini della valutazione qualitativa di un diamante sono 4, le cosiddette 4C del diamante:

  • CARAT (massa)
  • CLARITY (grado delle caratteristiche interne)
  • COLOUR ( colore)
  • CUT (taglio)

Nel 1989, in Italia l'UNI (ENTE NAZIONALE di UNIFICAZIONE ITALIANA) ,ha emesso delle Norme sulla definizione della qualità di un diamante fornendo così un linguaggio comune tra gli operatori del settore ed i gemmologi( Norma UNI n° 9758).

MASSA (CARAT)

Il valore di un diamante dipende anche dalla massa (detta comunemente “peso”) della gemma tagliata. L’unità di massa usata è il carato, pari a 0,2 grammi. Nella pratica commerciale è consuetudine esprimere la massa soltanto fino alla seconda cifra decimale compresa. Solo se la terza cifra decimale è 9 si ha un arrotondamento per eccesso, secondo la normativa U.N.I. (es. se il diamante pesa 1, 54(9 ) ct , la sua massa sarà di 1,55.
Per diamanti che hanno massa inferiore al carato si utilizza come unità di misura, la centesima parte del carato ovvero il “punto”. Per esempio una pietra di 0,5 ct ha una massa di 50 punti.
La rilevazione di questo dato viene effettuata con una bilancia pesa carati elettronica o meccanica.

CARATTERISTICHE INTERNE (CLARITY)

Per inclusione s’intende qualsiasi inomogeneità presente all'interno di un diamante, alcune delle quali sono dovute alle condizioni presenti durante la formazione del cristallo, altre subentrano dopo il taglio. Irregolarità strutturali, fratture, tracce di sfaldatura, cristalli di minerali diversi stabiliscono il grado delle caratteristiche interne.

A livello internazionale è stato stabilito che l'esame delle inclusioni e la definizione del grado deve essere eseguita con una lente regolamentare a 10 ingrandimenti (10x).

Il microscopio deve essere solo un supporto al lavoro dell'analista.

Il gemmologo con la lente 10x osserva le inclusioni, il loro numero, la loro dimensione e la posizione e quindi, definisce il grado delle caratteristiche interne utilizzando una scala di riferimento internazionale introdotta negli anni '20 secondo la quale i diamanti vendono classificati

  • IF "internally flawless"
  • WS "very very small inclusions”
  • VS "very small inclusions"
  • SI "smalli nclusions"
  • P "piqué"

L'attribuzione del grado dipende dalle dimensioni delle inclusioni osservate con la lente 10x.

Per i diamanti con peso superiore a 0,30 ct è necessario stabilire, anche, il SOTTOGRADO dei diamanti (WS1 e WS2 -VS1 e VS2- SI1 e SI2- P1 , P2 e P3) in base a colore,numero, posizione e pericolosità delle inclusioni.

Le caratteristiche interne che si possono osservare in un diamante sono:

  • inclusioni cristalline
  • fratture
  • lineazioni strutturali interne

COLORE (colour)

La maggior parte dei diamanti usati in gioielleria sono incolori. In senso assoluto un diamante incolore non esiste in quanto è sempre presente una, seppur minima, sfumatura di colore, generalmente gialla. Quelli più diffusi sono i diamanti chiamati “Cape” (serie Cape o serie gialla), con riferimento alla provincia sudafricana del Capo, da dove molti di essi provengono.

La definizione del colore si basa, quindi, sulla stima visiva del contenuto di giallo in un diamante. Oggi la scala di classificazione internazionale più è quella proposta dal G.I.A.

Essa si basa su una serie di “Master Diamonds”, o diamanti campione, scelti come standard. Tale classificazione utilizza le lettere dell'alfabeto anglosassone dalla D alla Z (diamanti con saturazione sempre maggiore di giallo). Ogni lettera rappresenta una gamma di tonalità.

Le MASTER STONES devono avere caratteristiche ben precise, fondamentale è che siano diamanti, perché in commercio ci sono master stones di zirconia cubica che si possono usare solo a scopo didattico.

Per essere classificato, un diamante deve essere confrontato con gli standard e assegnato alla lettera alla quale si avvicina di più.

L’esame deve esser effettuato in un ambiente con luce artificiale normalizzata.

TAGLIO (CUT)

L’ultimo concetto da considerare nella valutazione di un diamante è il taglio.

IL miglior colore e un alto grado delle caratteristiche interne risaltano poco senza un taglio adeguato che li metta in evidenza. Eppure ancora oggi in molti paesi viene sottovalutato, ritenendo sufficiente sapere che il diamante presenti un taglio moderno.

Il taglio è I'insieme delle fasi di lavorazione che consentono il passaggio dal diamante grezzo alla gemma sfaccettata.

Le principali fasi della lavorazione del grezzo sono:

  1. LA SELEZIONE DEL GREZZO
  2. IL DISEGNO SUL GREZZO
  3. IL TAGLIO DEL GREZZO
  4. LA SGROSSATURA
  5. L’IMPOSTAZIONE DELLE FACCETTE E LA POLIMENTATURA

In una gemma sfaccettata si riconoscono 5 elementi fondamentali:

  • tavola
  • corona
  • cintura
  • padiglione
  • apice

Il taglio a brillante (57 + 1 faccette) con forma rotonda è il frutto di una progressiva evoluzione che tende ad esaltare determinate caratteristiche ottiche della gemma (brillantezza e dispersione ) .

Non basta però che il diamante sia tagliato a brillante per dire che tale gemma presenta un buon taglio, ma è necessario valutare la correttezza e la qualità di tale taglio.

Il gemmologo stabilisce la qualità del taglio definendo:

  1. proporzioni
  2. simmetria
  3. politura
  4. aspetto apice
  5. aspetto cintura
  • Qualità del taglio del diamante

    Il gemmologo stabilisce la qualità del taglio definendo: proporzioni simmetria politura aspetto apice aspetto cintura 1) PROPORZIONI Rappresentano il corretto rapporto tra le parti fondamentali di un diamante sfaccettato espresse in percentuale, considerando come 100% il diametro della gemma: diametro tavola altezza corona altezza padiglione spessore cintura angolo della corona Questi parametri devono avere dei valori ben precisi per ottenere il massimo in termini di ...

  • Giacimenti di diamanti

    Giacimenti primari e secondari Il camino diamantifero è il residuo dei condotti di alimentazione di antichi vulcani e rappresenta il giacimento primario da cui i diamanti vengono estratti ancora uniti alla “roccia madre”, cioè alla loro roccia di origine nel luogo di formazione. In questo caso i cristalli conservano per lo più la loro forma originaria e risultano particolarmente danneggiati. Il giacimento secondario deriva da fenomeni di alterazione della superficie terrestre a opera ...

  • Origine dei diamanti

    La formazione di un minerale è strettamente legata ai processi genetici delle rocce che li contengono. Il diamante è un minerale che differisce da tutti gli altri anche dal punto di vista genetico. La maggior parte delle gemme trova origine nei processi geologici che hanno da sempre interessato la parte più superficiale del nostro pianeta , i diamanti, invece, si sono formati a profondità più elevate. Lo studio dell’origine del diamante si basa sull’interpretazione di una grande ...

  • Caratteristiche dei Diamanti

    Proprietà chimiche COMPOSIZIONE CHIMICA Il diamante è costituito da un impilamento ordinato di atomi di carbonio disposti secondo una struttura tetraedrica. Una delle sue proprietà più conosciute, la durezza, è dovuta alla presenza di legami covalenti molto energetici ed estremamente corti (distanza interatomica 1,54 A) estesi a tutta la struttura e in tutte le direzioni che collegano qualunque coppia di atomi adiacenti. Altri minerali presentano la stessa composizione chimica, ma ...